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Attualità Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Tanti codici bianchi nei pronto soccorso veneti. E con lunghi tempi di permanenza

In tutta la regione nel 2022 sono stati 761.403 e rimangono tanto in pronto soccorso. A Borgo Trento, il tempo di permanenza è di 5 ore, a Borgo Roma di 4 ore e a Legnago di 3

«Soddisfacente ma migliorabile», si può sintetizzare con queste parole scritte da Agenas la valutazione delle reti tempo-dipendenti della sanità veneta. Reti che sono state indagate dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. E i risultati di questa indagine sono stati presentati lunedì scorso, 25 marzo, a Roma.

L'analisi è stata condotta l'anno scorso e si basa sui dati del 2022. Dati che sono composti dalle risposte a un questionario e da un monitoraggio di quattro reti tempo-dipendenti, vale a dire le reti che si attivano nei casi di infarto, ictus, traumi ed emergenza-urgenza. In sostanza, i quattro principali eventi avversi in cui l'esito positivo delle cure è strettamente legato alla rapidità di intervento.
Le risposte al questionario e il monitoraggio delle reti sono stati sintetizzati da Agenas in un valore ed, in base a questo valore, il Veneto si trova al 12esimo posto tra le regioni italiane.

Una posizione di media classifica che è il risultato di vari fattori, in cui quelli più positivi sono il trattamento di ictus, traumi e infarti, mentre quello più negativo e la cosiddetta rete di emergenza-urgenza, ovvero i pronto soccorso.
Nel complesso, la rete dell'emergenza-urgenza veneta non è negativa. «La percentuale di ricoveri di pazienti provenienti dal pronto soccorso appare lievemente inferiore alla media nazionale e la percentuale di ricoveri sul totale degli accessi è bassa pur presentando una criticità su ricoveri anche di codici minori, soprattutto i codici bianchi - scrive Agenas - Bassa la percentuale di abbandono del pronto soccorso e i tempi di permanenza nei pronto soccorso sono in linea con la media nazionale per i codici giallo e rosso».

Salta agli occhi il dato che il Veneto è la regione con più codici bianchi al pronto soccorso. Nel 2022, come riportato da Agenas, sono stati 761.403. Ed è grande il distacco dalle altre regioni, visto che al secondo posto per accessi in codice bianco al pronto soccorso c'è la Lombardia con 282.029. E questa proporzione poi si vede anche nel più alto numero dei codici bianchi che, dopo aver atteso ore al pronto soccorso, vengono poi ricoverati. È dunque ipotizzabile che ci sia un problema nella valutazione della gravità dei pazienti al pronto soccorso, con dei possibili codici verdi che vengono valutati come codici bianchi.

E se «i tempi di permanenza nei pronto soccorso sono in linea con la media nazionale per i codici giallo e rosso», sono invece tra i più lunghi d'Italia per i codici bianco e verde. Un dato di cui molti pazienti anche veronesi hanno fatto esperienza e che possono confermare, ma che Agenas ha quantificato in ore e minuti medi.
Nel Veronese, all'ospedale di Borgo Trento i codici bianchi vengono dimessi dopo più di 5 ore dal loro arrivo al pronto soccorso e i codici verdi dopo oltre 4 ore. Più lunga, ovviamente, la permanenza dei codici giallo e rossi, perché si tratta di pazienti che hanno più bisogno di cure. A Borgo Trento, un codice giallo viene dimesso in circa 9 ore, un codice rosso in 11 ore.
Tempi diversi all'ospedale di Borgo Roma dove i codici bianchi sono dimessi in circa 4 ore, in quasi 7 ore i codici verdi, in più di 8 ore i codici gialli e in 12 ore i codici rossi.
Nel resto della provincia, l'ospedale di Legnago è quello con la più alta percentuale di pazienti che entrano al pronto soccorso e poi se ne vanno perché non vogliono aspettare. Eppure, il trattamento di un codice bianco dura in circa 3 ore, quello di un codice verde 5 ore, quello di un codice giallo quasi 6 ore ed i codici rossi lasciano il pronto soccorso dopo 8 ore. L'ospedale dove i tempi sono più ridotti è quello di Malcesine dove si va dai tre quarti d'ora per un codice bianco ai 90 minuti per i codici gialli. Tempi non così ridotti ma comunque accettabili negli altri ospedali pubblici (Bussolengo, Villafranca e San Bonifacio) e privati (Negrar e Peschiera).

E sul tema delle lunghe ore di attesa nei pronto soccorso era intervenuto la settimana scorsa il deputato veronese di Forza Italia Flavio Tosi, riferendo di un'anziana signora rimasta al pronto soccorso di Borgo Trento per quasi una giornata con un braccio fratturato e seduta su una sedia di ferro. Ora, con il rapporto di Agenas in mano, Tosi ha commentato: «Nei pronto soccorso veneti le attese sono infinite, inoltre mancano i posti letto, così perfino anziani malandati si ritrovano relegati nei corridoi per ore e ore, seduti anziché distesi a letto. E non è colpa di medici, infermieri e operatori socio-sanitari, che sono pochi e si sobbarcano turni infiniti e massacranti, ma della carenza di personale, di risorse e di organizzazione del sistema sanitario regionale. È un problema strutturale che pagano i cittadini, ma anche il personale che funge ingiustamente da capro espiatorio».

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